• Consultant Training
  • Coaching
  • Assessment & Orientamento
  • Consulenza Processi Organizzativi
  • Projects
    • Successful Projects
      • Progetto “Nuovi Orizzonti”
    • Future Projects
      • EYE-UP

Mobile Menu

  • Home
  • My Vision
  • Chi sono
  • Blog
  • Search
  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Telefono
  • Twitter
  • Youtube
  • Menu
  • Skip to right header navigation
  • Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale

Before Header

  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Telefono
  • Twitter
  • Youtube

Zante Consulting

Consulenza aziendale, professionalità, esperienza e amore per il mio lavoro

  • Home
  • My Vision
  • Chi sono
  • Blog
  • Search
  • Consultant Training
  • Coaching
  • Assessment & Orientamento
  • Consulenza Processi Organizzativi
  • Projects
    • Successful Projects
      • Progetto “Nuovi Orizzonti”
    • Future Projects
      • EYE-UP
Ti trovi qui: Home / Sviluppo personale / La Favola di Flatlandia

La Favola di Flatlandia

La Favola di Flatlandia, scritta dal reverendo inglese Edwin Abbott nel 1882, è il racconto fantastico di un mondo a due dimensioni, una metafora del modo in cui le assunzioni implicite di una determinata cultura pervadono e uniformano a sé l’intera capacità di percezione e di pensiero degli individui. 

 “Flatlandia è un paese a due dimensioni, altezza e larghezza: è come un foglio di carta, dove non c’è alcun rilievo. Gli abitanti non possono vedersi, come avverrebbe in un mondo tridimensionale, perché sono essi stessi “appiattiti” sulla superficie del foglio. Essi usano il tatto come principale sistema di riconoscimento. 

Una nebbia avvolge la pianura di Flatlandia. Questo è un fattore favorevole, infatti permette un uso sia pur rudimentale della vista e quindi di farsi un’idea delle distanze: ciò che è più vicino è più nitido, ciò che è più distante è anche più sfumato. 

Grazie alla nebbia, gli abitanti di Flatlandia possono anche dedurre le forme degli oggetti che si presentano davanti a loro e quindi farsi un’idea dei loro perimetri e del numero di lati di cui sono costituiti. 

Gli spigolosi Triangoli sono operai; i Quadrati, professionisti, i Pentagoni e gli Esagoni rappresentano la nobiltà; i Circoli sono sacerdoti. 

Un giorno una Sfera -cioè un solido, elemento tridimensionale- scende su Flatlandia, e parla con quel Quadrato che è anche il narratore. La Sfera annuncia l’esistenza di una terza dimensione (la profondità) e vuole farne partecipe il “bidimensionale”; ma costui reagisce con aggressivo terrore: non è disposto ad accettare una realtà che non può controllare coi sensi. Della Sfera egli percepisce infatti soltanto la circonferenza, la sezione circolare con la quale essa seca il suo piano. 

La Sfera -non potendo dimostrare razionalmente la sua terza dimensione – rapisce il Quadrato e lo porta in alto. Ritornato in patria, il Quadrato, che tenta di dar testimonianza di quel che ha visto, viene trattato da sedizioso. 

Rinchiuso per lungo tempo nel carcere di Flatlandia, il Quadrato racconta di oscure e misteriose visioni; e inizia a dubitare che vi sia un’altra, più comprensiva realtà: la Quarta Dimensione…..”

Archiviato in:Sviluppo personale

Categorie

Related Posts

You may be interested in these posts from the same category.

Putting AI in the group

Soft skills: quali le più importanti per il 2021?

“Invece di cercare di essere brillante, evita di essere stupido”

Questo maledetto….benedetto sogno!

Le scommesse quotidiane

“Destrutturarsi” per ritornare più umani

L’umanità ricercata

“Un giovane che non viaggia, non cresce!”​ – Lettera anonima di un genitore

“La verità è che ti fa paura, l’idea di scomparire”

L’arte di tacere

La gentilezza della povertà

Cosa ti rende FELICE?

Post precedente: « “Destrutturarsi” per ritornare più umani
Post successivo: Le perplessità della FASE 2 »

Site Footer

Contact Me:

melotti.tania@zanteconsulting.it
(+39) 392 7068259

Privacy Policy – Cookie Policy

Copyright © 2023 · Made with by Piergiorgio